La vite del pecorino è coltivata da sempre con la tecnica denominata Guyot, ciò è verificabile sia dagli impianti presenti in loco che dai racconti delle persone più anziane. Una prima spiegazione è la semplicità dell'esecuzione della potatura, ma anche una maggiore qualità delle uve. Nel dettaglio, nella fase della potatura non si elimina il tralcio dell'anno precedente di circa otto o dieci gemme e si lascia anche uno speroncino di due gemme. Senza dubbio il sistema protegge l'impianto dalle gelate tardo primaverili, permettendo l'utilizzo delle gemme dello sperone come prossimo tralcio produttivo perchè la gemme possono reuperare il danno provocato dal gelo sullo stesso, ed essere di nuovo produttive l'anno venturo. Viceversa, occorreranno più stagioni per permettere una nuova vigorosa ripresa dell'impianto ferito, come visibile dalla foto sottostante.
Speroncino con due gemme già rigogliose, pronte per l'utilizzo come tralci l'anno venturo.
Tralcio produttivo in modalità orizzotale.
Tralcio produttivo in modalità ricurva.
Altra considerazione sul metodo di coltivazione, fondamentale ai fini produttivi, si può fare osservando come da sempre il tralcio produttivo venga posizionato in modalità ricurva e non orizzontalmente al terreno. Dalla foto in alto, si noti, come il tralcio orizzontale non permetta una rigogliosità delle otto/dieci gemme omogenea, ed come quelle più lontane risultino più rigogliose a scapito di quelle più vicine al fusto. Il tralcio ricurvo, risulta dare una maggiore uniformità alla vigoria delle gemme, esse risultano tutte equamente sviluppate e pronte donarci il dolce frutto, sia in qualità che in quantità.
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